tramonto solstizio inverno
Tradizioni in viaggio

Solstizio d’Inverno: piante, tradizioni e rituali

Lo sai che ci sono delle tradizioni e rituali legati al solstizio d’inverno in Italia e nel mondo? Tutto è connesso come un ciclo vitale e oggi Veronica Gatto della Scuola Selvatica Sentiero nel Bosco, ti porterà in un meraviglioso viaggio nelle tradizioni e rituali legati in modo particolare alle piante del solstizio d’Inverno.

Il solstizio d’inverno: attesa e ritorno alla luce

Il periodo dell’anno che precede il Solstizio d’Inverno è chiamato Avvento che vuol dire Attesa. Cosa attendiamo?

La risposta per molti è: attendiamo il Natale. Possiamo dire che sicuramente questo è vero, ma per lungo tempo i popoli antichi d’Europa attendevano qualcosa che per loro era molto importante e a cui noi oggi diamo meno valore, il ritorno della luce solare, o meglio il prolungarsi delle ore di luce durante il giorno.

alba solstizio inverno

Questo tempo di attesa della luce aveva una immensa importanza, in quanto la luce del sole con il suo calore dava la speranza del rigenerarsi e del permanere della vita nel mondo.

Oltre a questo però, era ed è grande, il significato simbolico di questa attesa e del suo ritorno. La Natura e noi con essa, sperimentiamo, durante l’Avvento, la speranza della Rinascita.

Rinascita che nel giorno del Solstizio, il 21 dicembre, si rende visibile attraverso il Sole e veniva celebrata con rituali, che sono giunti fino a noi sotto forma di tradizioni e feste popolari.
Tutte queste tradizioni e rituali del solstizio d’inverno, riguardano in particolar modo il mondo della piante, il loro uso rituale e anche culinario nel periodo del solstizio d’inverno. Voglio parlarvi, quindi, delle piante chiamate solstiziali, facendo riferimento al solstizio d’Inverno.


Le piante del solstizio d’Inverno: la Quercia e il Grano

Mi soffermerò in particolare su due piante legate alle tradizioni del solstizio d’inverno: la Quercia e il grano.

Ho scelto queste due piante perché, tra tante, sono quelle con maggiori tradizioni legate e le più utilizzate. La quercia è molto utilizzata nelle ritualità che riguardano l’uso del fuoco, il grano invece è diffusissimo nei piatti della tradizione popolare.
In particolare, vivendo in Umbria, dedicherò maggiore attenzione alle
tradizioni diffuse in questa regione e nel Centro Italia.
Ho parlato prima di simbologia della Luce solare legata al solstizio d’Inverno, per cui si può affermare che entrambe queste piante sono da sempre utilizzate per richiamare l’immagine, del sole, della luce e della Vita che rinasce.

pianta quercia solstizio dinverno

I rituali del fuoco nel solstizio d’inverno: tradizioni del Centro Italia

Tutte le feste popolari di questo periodo, in tutto il mese di dicembre, sono
caratterizzate dall’uso rituale del fuoco.

In Umbria e in tutto il centro Italia durante alcune date di questo mese, come nella notte di Santa Barbara, nella notte di Santa Lucia e nelle notti vicino al Natale, si usa accendere grandi fuochi all’aperto, chiamati Foconi. La legna utilizzata per l’accensione di questi grandi fuochi notturni è la legna di Quercia.

La Quercia è la pianta del solstizio d’inverno che presso i Celti e i Greci era considerata l’albero Cosmico, l’asse del mondo in grado di unire il cielo alla terra. L’albero della dea Demetra che con le sue ghiande è stato il primo cibo degli esseri umani, dalle ghiande infatti si otteneva una farina e si otteneva un pane.
La tradizione che vede l’accensione dei Foconi all’esterno, sulle colline e
nelle piazze dei paesi per tutto il periodo dal solstizio d’inverno fino alla notte dell’Epifania, serve a ristabilire il legame nella comunità e tra l’uomo e la Natura. Un patto di unione che la presenza della Quercia, in quanto albero asse del mondo, rende più forte.


Il calore del fuoco, che è speranza di vita, entra poi nelle case con il rituale
del ceppo del Solstizio o ciocco di Natale, in Italia centrale.
Nella sera della vigilia di Natale si mette nel camino un ciocco di quercia e si dice: si rallegri il ceppo, domani è il giorno del Pane, ogni grazia di Dio entri in questa casa, abbondi il grano e la farina e si riempia la conca di vino.
Il ciocco deve bruciare fino all’alba, ma non consumarsi del tutto perché lo si deve riaccendere ogni notte, fino all’Epifania in modo che porti fortuna. Alla fine dell’Epifania sarà poi conservato in casa un intero anno.
Questo sarà il ceppo con cui tutto l’inverno si accenderà il fuoco per scaldare la casa e per cuocere il pane.

Il legame della quercia e della spiga di grano

Si può dire, quindi, che le due piante, la quercia e la spiga di grano, siano
unite da un antico legame.

La spiga di grano, pianta sacra alla dea Cerere e Demetra che come la
quercia, dona nutrimento agli uomini dai tempi più antichi. Si racconta che
Demetra lo abbia donato al mondo dopo che la figlia Core era stata rapita da Ade e condotta negli Inferi. Per ricompensare il figlio del re di Eleusi, che le aveva rivelato il nome del rapitore, la Dea gli donò semi di grano, un aratro e un cocchio trainato da serpenti, inviandolo ad insegnare l’agricoltura.
La spiga di grano con il suo colore oro, ricorda all’anima dell’uomo la luce del sole anche quando in inverno il buio sembra prevalere.

Le ricette del solstizio d’inverno: pampepato Umbro


Tutte le ricette cucinate nel periodo del solstizio d’inverno, hanno come ingrediente principale il grano, come nella notte di Santa Lucia dove vengono preparati pani color zafferano e il grano è unito spesso alla frutta secca e ai legumi.

Il giorno di Natale è chiamato anche giorno del Pane.
Nel cammino che facciamo in questo periodo chiamato Avvento che vuol dire attesa, immaginiamo di camminare con i Re magi che seguono la Stella cometa, fino ad una piccola capanna che è quindi una Casa.

Nella lingua ebraica il significato di Betlemme, Bet-lehem è “la Casa del pane”; ad indicare come quella sia la Casa di noi tutti, dove trovare ristoro e nutrimento per la nostra Anima desiderosa di Rinascita.

www.umbriatourism.it

La ricetta del pampepato o panpepato è un dolce natalizio che in
Umbria a Natale è su tutte le tavole. La ricetta è molto antica, un pane
speziato, per dargli la forma della sacralità nel dono, come in quel tempo lontano fu il dono dei Magi.
In Umbria le differenze tra le ricette sono molte, tanto che sono considerati
tipici sia il panpepato di Terni, sia quello di Spoleto e Foligno.

Quest’ultimo è fatto con parecchia farina, sicché esteriormente assomiglia a
un pane speziato. Invece quello di Terni ha pochissima farina, ma molto più
ricco di ingredienti, compresi liquori (rosolio e rum), mosto cotto e caffè.
La ricetta del Pampepato, viene realizzata a partire dall’8 Dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione.
E la tradizione vuole che almeno uno di loro debba essere mantenuto in
dispensa fino a Pasqua, in attesa della festa della Risurrezione.

Una meraviglia di tradizioni in viaggio tra Centro Italia, Grecia e antichi popoli Celti.

Alla prossima rubrica di tradizioni in viaggio!


Per maggiori informazioni sulle attività legate alle tradizioni, alle piante, al turismo lento e all’approccio naturale visita la pagina facebook Scuola Selvatica il Sentiero nel Bosco e il sito web del B&B Sentiero nel bosco.

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